Svezzamento Naturale e Autosvezzamento

Guida completa, consigli pratici e ricette per l’alimentazione del neonato e del bambino fino a 12 mesi
Qual è il modo migliore di svezzare un bambino? Quando e come si applica l’autosvezzamento? Tutti i segreti dello svezzamento dai 4, 5 e 6 mesi in avanti.

Se stai leggendo questa pagina significa che vuoi sapere di più sullo svezzamento naturale e sull’autosvezzamento e hai a cuore la salute e il benessere del tuo bebè, che sia il primo, il secondo o l’ennesimo figlio. Questo ti fa onore, non è scontato  essere una mamma sensibile e consapevole che si preoccupa di offrire al proprio bimbo solo il meglio.

Quando una mamma deve iniziare a svezzare il proprio bambino ha molta sete di informazioni ma poco tempo per apprenderle. Libri di stampo medico sull’alimentazione infantile ne sono stati scritti tanti ma, se sei qui, forse non hai il tempo di leggerli tutti e hai optato più semplicemente per reperire informazioni in rete circa lo schema di svezzamento e i consigli sulle ricette svezzamento più idonee. Sei sulla pagina giusta, la missione di Youmum è condividere con più mamme possibili tutte le informazioni più naturali e all’avangardia sullo schema e sulle ricette dello svezzamento dei giorni d’oggi.

Lo svezzamento è un passaggio fondamentale che può avere un grande impatto emotivo sul rapporto mamma-bimbo per questo è importante evitare errori grossolani. Qui di seguito troverete tutto l’essenziale su quello che c’è da sapere, come ci si deve comportare e cosa aspettarsi in uno svezzamento naturale. Leggendo quanto segue avrete una marcia in più e potrete affrontare questo delicato periodo col sorriso.

 

Lo svezzamento naturale è quello svezzamento basato su un’alimentazione sana ed equilibrata che rispetti la salute del bambino e l’etica ambientale. Chi si approccia a questo tipo di svezzamento di solito attua già per se stesso dei comportamenti virtuosi in campo alimentare, ma può essere che anche le mamme più golose o allergiche ai fornelli vogliano cimentarsi con uno stile alimentare più “green” per i loro pargoletti. Per poter definire “naturale” lo stile di uno svezzamento, ciò che una mamma deve tenere a mente è:

  • Comprare cibo fresco e di stagione
  • Comprare cibo biologico e locale
  • Evitare baby food industriali
  • Inserire nella dieta del bambino tutti i nutrienti indispensabili
  • Non abusare con le proteine animali
  • Variare il più possibile gli alimenti all’interno della settimana
  • Offrire al bambino piatti equilibrati dal punto di vista nutritivo

Sebbene le cose da tenere a mente siano parecchie, è tutt’altro che complicato adottare questo stile alimentare coi bambini: il loro palato è ancora vergine e non hanno bisogno di cibi estremamente saporiti, artefatti o conditi, per soddisfarsi. Il vantaggio di avere un bebè di 6 mesi a casa è quello di compiere la transizione verso una cucina più sana cogliendo l’occasione del suo svezzamento. Chi opta per uno svezzamento naturale però, non ha sempre ben chiaro in che cosa consista davvero. Mi viene in mente ad esempio quelli che pensano di star seguendo la strada del “naturale” comprando al supermercato decine di prodotti biologici per fare le pappe (omogeneizzati, iofilizzati, creme, puree, farine etc..). Il biologico può sicuramente darci garanzie sulla qualità del prodotto ma se non offriamo al bimbo mai nulla di fresco e le pappe sono sempre il risultato di cibi processati o precotti, stento a credere che questa sia la strada corretta. I cibi industriali sono risaputi essere nocivi per gli adulti ed è quindi facilmente intuibile che merendine e pappe pronte non costituiscano la miglior fonte di alimentazione per i nostri figli L’ostacolo più difficile che ci si presenta di fronte alla scelta dello svezzamento naturale è quello di svincolarci dall’acquisto del baby food. Rimarrà senza dubbio un’ancora di salvezza in certe occasioni come il pranzo d’emergenza dai nonni o le gite out-door, ma la colonna portante del menù settimanale dovrebbe essere costituita da piatti freschi, cucinati espressi con le nostre mani. Ed è qui che la domanda sorge spontanea… ma il cibo degli adulti è altrettanto sicuro del baby food? Da più di mezzo secolo l’industria del baby food fa leva sulle ansie comuni delle mamme circa la salute, la crescita e lo sviluppo neuromotorio dei loro figli, tali da sponsorizzare a spron battuto centinaia di prodotti alimentari, a detta loro, indispensabili. È così radicato nell’immaginario il prodotto alimentare esclusivo per l’infanzia che non potremmo immaginarci lo svezzamento senza il biscotto Plasmon e la pastina Mellin. Come resistere a quelle confezioni e a tutti quei claim così rassicuranti e incoraggianti al tempo stesso? Ma davvero i nostri figli per crescere hanno bisogno di mangiare un pezzo di carne proveniente da chissà quale allevamento, pastorizzato, frullato e stipato in magazzini da mesi per avere una razione quotidiana di proteine? O bere del latte che è stato concepito dalla natura per far crescere i vitelli, con biscotti che lo stesso latte lo contengono in polvere, insieme a zuccheri raffinati e oli vegetali della peggior specie, per fare merenda? O  hanno forse bisogno di formati di pasta a cuoricino che costano il triplo delle pastine comuni? Emanciparsi dal condizionamento mentale che il baby food sia più adatto, controllato e sicuro rispetto al cibo (sano) per adulti, è uno step fondamentale per  orientarsi verso uno svezzamento naturale del bambino. Ci sono alimenti del regno vegetale, non specifici per bambini, che oltre a mantenere una vitalità potenziale, come i cereali integraligli ortaggi e i legumi, sono ricchissimi di tutte quelle sostanze nutritive che l’organismo di un bimbo necessita, basta acquistare prodotti biologici, fare i giusti accostamenti e proporre le giuste proporzioni, equilibrando i pasti con tutte le varietà di cereali, verdure, legumi, oli, alghe, frutta fresca e secca ed erbe aromatiche. E ora che abbiamo affrontato la parte teorica addentriamoci nella pratica…

Guarda il video sul canale youtube di Youmum:

Svezzamento: Mamme VS Baby Food

Pur considerando le indicazioni dell’OMS che prevedono il latte (materno o artificiale) come alimento esclusivo fino ai 6 mesi, non esiste un momento “esatto” uguale per tutti che stabilisca quando iniziare lo svezzamento, questo può avvenire a 4 come a 8 mesi: sta nella sensibilità del genitore carpire alcuni dei segnali tipici del bimbo come ad esempio il manifestare interesse verso cibi solidi, l’aumento dell’appetito, lo spuntare dei primi dentini o lo stare seduto da solo. Noi mamme abbiamo tutte le facoltà di cogliere il momento opportuno quando arriva, per cui niente panico. Per compiere i primi passi però, è importante tener conto che si tratta di un passaggio graduale: il bambino imparerà a conoscere forme, odori, sapori e consistenze diverse continuando ad assumere il latte fino possibilmente all’anno di vita, per questo si parla anche di alimentazione complementare o autosvezzamento.

Guarda il video sul canale youtube di Youmum:

Quando iniziare lo svezzamento?

Una volta individuato il momento giusto per iniziare siete solo a metà dell’opera. É essenziale a questo punto conoscere i principi cardine, oltre che dello svezzamento naturale, dell’autosvezzamento . Questa parola è molto in voga in questi ultimi anni, è una modalità che sembra piacere molto alle mamme moderne in quanto concilia naturalità e praticità, ma non è tutto ora ciò che luccica. Come sempre, prima di fare proprie delle idee, bisogna metterci la testa. L’autosvezzamento prevede l’abbandono di tabelle e schemirigidi di svezzamento, tipici dello svezzamento tradizionale  e lascia che il bambino assaggi ciò che vuole. Una volta sviluppati il riflesso di deglutizione e la capacità di masticazione si può far sedere il bambino a tavola con la famiglia lasciando che sia lui a scegliere cosa mangiare tra le pietanze messe a disposizione. L’importante è sminuzzare finemente e in modo corretto gli alimenti e assecondare i gusti del bambino. L’autosvezzamento è un passo avanti rispetto a quel concetto obsoleto che vedeva il bambino distante dalla famiglia nel momento del pasto, impossibilitato a prendere in mano il cibo (altrimenti sporca!), forzato a ingerire l’intera razione altrimenti poi deperisce e abituato a mangiare solo pappine noiose ma ben formulate da un industria che la sa lunga su come far piacere certe cose ai bambini. Il cibo esclusivo per bambini rassicura ancora, ma ve lo domandate come mai l’omogenizzato di pera non sa esattamente di pera e il sapore della carne è lontano da quello dell’omogenizzato di carne? Ecco se iniziamo ad aprirci all’idea che il baby food non è imprescindibile per uno buon svezzamento e che anzi condizioni irreprabilmente il gusto dei bambini,  ci verrà più facile concepire che quando un bambino di pochi mesi deve iniziare lo svezzamento, possiamo far una spesa unica per tutta la famiglia perchè tanto quello di cui il bebè ha bisogno è già nel carrello. E fin qui l’autosvezzamento non fa una piega, ottimi gli spunti sull’autonomia del bambino lasciandolo sperimentare il cibo con le proprie mani (perchè il rischio di soffocamento è altrettanto basso se il bambino viene adeguatamente sorvegliato), sul lasciare che si autoregoli le porzioni in base al suo appetito e alle sue necessità e che mangi gli stessi cibi (biologici e freschi) in compagnia della famiglia. Porrei però delle riserve sulle ricette che si propongono in autosvezzamento, fermo restando che lo si può praticare solo nel caso in cui sia ancora presente l’apporto nutritivo del latte (materno o formulato che sia), non mi sento di consigliarlo tout court a tutte quelle mamme alle prime armi con la cucina naturale. Per quanto, per i genitori più motivati, questa possa essere un’occasione affinchè la famiglia riveda le proprie abitudini culinarie rendendole più equilibrate, non sempre a mio parere è opportuno condividere il pasto dell’adulto con il piccolo di casa e vi spiego perchè:

  1. L’intestino di un bimbo di pochi mesi è ancora immaturo ed è giusto che si abitui progressivamente a certe ricette eccessivamente ricche o a cibi troppo complessi per quanto sani (es. Polenta e funghi, torte salate, pasta e fagioli, zuppa di pesce, lasagne).
  2. Per quanto sana dubito che tutta la famiglia riesca a mangiare senza sale o spezie. É giusto che la porzione del bambino sia meno condita.
  3. Se non imbocchiamo il bambino (almeno nei primi mesi) difficilmente riuscirà a saziarsi nel momento del pasto e a mio avviso questo può causare disagio perchè la fame potrebbe riproporsi in momenti in cui non siamo adeguatamente attrezzate. E poi cosa gli diamo?
  4. É giusto che il neonato mangi anche pasti liquidi o cremosi (che per mia esperienza sono ancora molto apprezzati nel primo anno di vita), ma come potrebbe il bambino essere in grado di portarsi alla bocca da solo certe consistenze? Bandire completamente il gesto dell’imboccare, considerando retrograde le comuni pappe non è del tutto saggio.
  5. Per quanto sminuzzato fine, il cibo solido non potrà mai essere masticato più di tanto (in assenza di molari) e ciò rende la digestione del pasto non ottimale per un bambino di pochi mesi.

Considerati questi aspetti, possiamo fare nostri tutti i lati positivi dell’autosvezzamento senza pregiudizi o rigidità e praticare innanzitutto l’ascolto di nostro  figlio più che seguire pedissequamente la moda del momento.

Personalmente mi sono trovata bene come mamma e come educatrice di nido praticando uno svezzamento naturale misto: ai bimbi proponevo con un cucchiaino una pappa nutrizionalmente completa, mentre davanti al bambino proponevo un piattino con del cibo prensile come broccoli, gallette, carote o grossi formati di pasta. Praticavo ugualmente i principi dell’autosvezzamento col vantaggio che il bambino  si alzava da tavola con la pancia piena di un pasto nutriente ed equilibrato. Guarda il video sul canale youtube di Youmum:

Tetta Vs Pappa

Una volta assodato che è possibile fare a meno del baby food per praticare uno buon svezzamento naturale, non resta che approfondire quele sia il modo giusto per farlo. E  conoscere i principi dell’alimentazione infantile è indispensabile al giorno d’oggi ove la confusione regna sovrana. Ognuno ha la sua idea e anche i pediatri e i nutrizionisti sono spesso in disaccordo. Carne si o carne no? E se si da quando? Il parmigiano fa bene o fa male? Gli omogenizzati sono sicuri o dannosi? Quando introdurre i cereali integrali? Per procedere con consapevolezza e serenità il mix di pareri autorevoli e fai-da-te non è sempre vincente. Per questo ho scritto un manuale “ Svezzamento naturale e autosvezzamento. Guida completa, consigli pratici e ricette per l’alimentazione del neonato e del bambino 0-12 mesi”. É il libro che avrei voluto leggere quando all’epoca cercavo supporto nella mia scelta alimentare, è un condensato di consigli pratici per evitare errori ed essere sempre sul pezzo, oltre ad essere un concentrato delle ultime linee guida per una sana e corretta alimentazione italiana (quella mediterranea). In questo libro sullo svezzament naturale ho reso chiare e sintetiche delle informazioni reperibili nei tomi medici da centinaia di pagine e ho selezionato tutte le cose più importanti da sapere per affrontare questo delicato passaggio con determinazione e serenità. I concetti da afferrare sono numerosi e non è giusto che la scarsità di tempo delle neo mamme le precluda da informazioni così importanti. Per questo la fruibilità e la velocità di lettura di questa guida sono due aspetti fondamentali: entrerete in possesso di nozioni essenziali in brevissimo tempo. L’alimentazione naturale del bambino è un cammino che questo manuale vi farà intraprendere col buon umore. Perchè so quanto possa scoraggiare sapere che per preparare un piatto equilibrato (per adulti o bambini che siano) si debba badare ad una miriade di cose: alla qualità e alla provenienza del cibo, alle sue proporzioni, alla sua varietà e così via. Non è certo pratico cucinare i cereali integrali e come proporli ai più piccini? E poi i legumi sono lunghi da cuocere, e poi le verdure verdi sono spesso amare. Tutto comprensibile. Ma la volontà di donare salute ai nostri figli (ora e in futuro) di solito fa superare i piccoli ostacoli che si presentano, basta utilizzare gli strumenti giusti. Dopotutto cucinare diversamente è solo una questioni di abitudine più che di sacrifici e nel libro troverete tante ricettine deliziose che sfateranno questo pregiudizio. Una sana alimentazione dovrebbe essere su base vegetale, che non significa diventare per forza vegani, ma piuttosto basare il proprio menù e quello della propria famiglia su cereali (possibilmente non raffinati), legumi, verdure e frutta di stagione.

Lasciando perdere le tabelle dello svezzamento e tutti gli schemi possibili, potrete concentrarvi su quello che conta davvero per uno svezzamento naturale. Ecco di seguito tutto il necessario:

  • Il seggiolone
Evitate i modelli di sedioloni antiecologici del secolo scorso ancora ahimè i best-seller nei negozi dell’infanzia (quelli tutti plastificati con un mega vassoio davanti). È giusto che il bimbo partecipi alla tavola e che si senta uno di noi: un seggiolone in legno da attaccare direttamente al tavolo sarà l’ideale.
  • Le stoviglie
Evitate la plastica, adesso in commercio ci sono delle pratiche ed infrangibili stoviglie in legno o in bamboo. Tutti materiali ecosostenibili molto più baby-friendly della plastica. Anche se a rischio rottura, vanno sempre bene anche altri materiali come l’acciaio inox, il vetro, la ceramica e la terracotta.
  • Il pentolame
Evitate padelle in teflon, alluminio, vecchie pentole o teglie bruciate ed evitate sempre la plastica. Ok a acciaio inox, vetro, ceramica e terracotta.
  • Gli strumenti adatti

Se vi fate un giro in un baby store penserete che vi manchi tutto, in realtà per svezzare un bambino non serve molto di più di quello che abbiamo già in casa. C’è solo un aggeggio che probabilmente dovrete procurarvi ovvero il passino in acciaio inox. Questo vi sarà utilissimo per passare cereali, legumi o zuppe quando sono ancora calde. Nel libro tutte le ricette dello svezzamento naturale.

Lo svezzamento naturale è quello svezzamento basato su un’alimentazione sana ed equilibrata che rispetti la salute del bambino e l’etica ambientale. Chi si approccia a questo tipo di svezzamento di solito attua già per se stesso dei comportamenti virtuosi in campo alimentare, ma può essere che anche le mamme più golose o allergiche ai fornelli vogliano cimentarsi con uno stile alimentare più “green” per i loro pargoletti. Per poter definire “naturale” lo stile di uno svezzamento, ciò che una mamma deve tenere a mente è:

  • Comprare cibo fresco e di stagione
  • Comprare cibo biologico e locale
  • Evitare baby food industriali
  • Inserire nella dieta del bambino tutti i nutrienti indispensabili
  • Non abusare con le proteine animali
  • Variare il più possibile gli alimenti all’interno della settimana
  • Offrire al bambino piatti equilibrati dal punto di vista nutritivo

Sebbene le cose da tenere a mente siano parecchie, è tutt’altro che complicato adottare questo stile alimentare coi bambini: il loro palato è ancora vergine e non hanno bisogno di cibi estremamente saporiti, artefatti o conditi, per soddisfarsi. Il vantaggio di avere un bebè di 6 mesi a casa è quello di compiere la transizione verso una cucina più sana cogliendo l’occasione del suo svezzamento. Chi opta per uno svezzamento naturale però, non ha sempre ben chiaro in che cosa consista davvero. Mi viene in mente ad esempio quelli che pensano di star seguendo la strada del “naturale” comprando al supermercato decine di prodotti biologici per fare le pappe (omogeneizzati, iofilizzati, creme, puree, farine etc..). Il biologico può sicuramente darci garanzie sulla qualità del prodotto ma se non offriamo al bimbo mai nulla di fresco e le pappe sono sempre il risultato di cibi processati o precotti, stento a credere che questa sia la strada corretta. I cibi industriali sono risaputi essere nocivi per gli adulti ed è quindi facilmente intuibile che merendine e pappe pronte non costituiscano la miglior fonte di alimentazione per i nostri figli L’ostacolo più difficile che ci si presenta di fronte alla scelta dello svezzamento naturale è quello di svincolarci dall’acquisto del baby food. Rimarrà senza dubbio un’ancora di salvezza in certe occasioni come il pranzo d’emergenza dai nonni o le gite out-door, ma la colonna portante del menù settimanale dovrebbe essere costituita da piatti freschi, cucinati espressi con le nostre mani. Ed è qui che la domanda sorge spontanea… ma il cibo degli adulti è altrettanto sicuro del baby food? Da più di mezzo secolo l’industria del baby food fa leva sulle ansie comuni delle mamme circa la salute, la crescita e lo sviluppo neuromotorio dei loro figli, tali da sponsorizzare a spron battuto centinaia di prodotti alimentari, a detta loro, indispensabili. È così radicato nell’immaginario il prodotto alimentare esclusivo per l’infanzia che non potremmo immaginarci lo svezzamento senza il biscotto Plasmon e la pastina Mellin. Come resistere a quelle confezioni e a tutti quei claim così rassicuranti e incoraggianti al tempo stesso? Ma davvero i nostri figli per crescere hanno bisogno di mangiare un pezzo di carne proveniente da chissà quale allevamento, pastorizzato, frullato e stipato in magazzini da mesi per avere una razione quotidiana di proteine? O bere del latte che è stato concepito dalla natura per far crescere i vitelli, con biscotti che lo stesso latte lo contengono in polvere, insieme a zuccheri raffinati e oli vegetali della peggior specie, per fare merenda? O  hanno forse bisogno di formati di pasta a cuoricino che costano il triplo delle pastine comuni? Emanciparsi dal condizionamento mentale che il baby food sia più adatto, controllato e sicuro rispetto al cibo (sano) per adulti, è uno step fondamentale per  orientarsi verso uno svezzamento naturale del bambino. Ci sono alimenti del regno vegetale, non specifici per bambini, che oltre a mantenere una vitalità potenziale, come i cereali integraligli ortaggi e i legumi, sono ricchissimi di tutte quelle sostanze nutritive che l’organismo di un bimbo necessita, basta acquistare prodotti biologici, fare i giusti accostamenti e proporre le giuste proporzioni, equilibrando i pasti con tutte le varietà di cereali, verdure, legumi, oli, alghe, frutta fresca e secca ed erbe aromatiche. E ora che abbiamo affrontato la parte teorica addentriamoci nella pratica…

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Svezzamento: Mamme VS Baby Food

Pur considerando le indicazioni dell’OMS che prevedono il latte (materno o artificiale) come alimento esclusivo fino ai 6 mesi, non esiste un momento “esatto” uguale per tutti che stabilisca quando iniziare lo svezzamento, questo può avvenire a 4 come a 8 mesi: sta nella sensibilità del genitore carpire alcuni dei segnali tipici del bimbo come ad esempio il manifestare interesse verso cibi solidi, l’aumento dell’appetito, lo spuntare dei primi dentini o lo stare seduto da solo. Noi mamme abbiamo tutte le facoltà di cogliere il momento opportuno quando arriva, per cui niente panico. Per compiere i primi passi però, è importante tener conto che si tratta di un passaggio graduale: il bambino imparerà a conoscere forme, odori, sapori e consistenze diverse continuando ad assumere il latte fino possibilmente all’anno di vita, per questo si parla anche di alimentazione complementare o autosvezzamento.

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Quando iniziare lo svezzamento?

Una volta individuato il momento giusto per iniziare siete solo a metà dell’opera. É essenziale a questo punto conoscere i principi cardine, oltre che dello svezzamento naturale, dell’autosvezzamento . Questa parola è molto in voga in questi ultimi anni, è una modalità che sembra piacere molto alle mamme moderne in quanto concilia naturalità e praticità, ma non è tutto ora ciò che luccica. Come sempre, prima di fare proprie delle idee, bisogna metterci la testa. L’autosvezzamento prevede l’abbandono di tabelle e schemirigidi di svezzamento, tipici dello svezzamento tradizionale  e lascia che il bambino assaggi ciò che vuole. Una volta sviluppati il riflesso di deglutizione e la capacità di masticazione si può far sedere il bambino a tavola con la famiglia lasciando che sia lui a scegliere cosa mangiare tra le pietanze messe a disposizione. L’importante è sminuzzare finemente e in modo corretto gli alimenti e assecondare i gusti del bambino. L’autosvezzamento è un passo avanti rispetto a quel concetto obsoleto che vedeva il bambino distante dalla famiglia nel momento del pasto, impossibilitato a prendere in mano il cibo (altrimenti sporca!), forzato a ingerire l’intera razione altrimenti poi deperisce e abituato a mangiare solo pappine noiose ma ben formulate da un industria che la sa lunga su come far piacere certe cose ai bambini. Il cibo esclusivo per bambini rassicura ancora, ma ve lo domandate come mai l’omogenizzato di pera non sa esattamente di pera e il sapore della carne è lontano da quello dell’omogenizzato di carne? Ecco se iniziamo ad aprirci all’idea che il baby food non è imprescindibile per uno buon svezzamento e che anzi condizioni irreprabilmente il gusto dei bambini,  ci verrà più facile concepire che quando un bambino di pochi mesi deve iniziare lo svezzamento, possiamo far una spesa unica per tutta la famiglia perchè tanto quello di cui il bebè ha bisogno è già nel carrello. E fin qui l’autosvezzamento non fa una piega, ottimi gli spunti sull’autonomia del bambino lasciandolo sperimentare il cibo con le proprie mani (perchè il rischio di soffocamento è altrettanto basso se il bambino viene adeguatamente sorvegliato), sul lasciare che si autoregoli le porzioni in base al suo appetito e alle sue necessità e che mangi gli stessi cibi (biologici e freschi) in compagnia della famiglia. Porrei però delle riserve sulle ricette che si propongono in autosvezzamento, fermo restando che lo si può praticare solo nel caso in cui sia ancora presente l’apporto nutritivo del latte (materno o formulato che sia), non mi sento di consigliarlo tout court a tutte quelle mamme alle prime armi con la cucina naturale. Per quanto, per i genitori più motivati, questa possa essere un’occasione affinchè la famiglia riveda le proprie abitudini culinarie rendendole più equilibrate, non sempre a mio parere è opportuno condividere il pasto dell’adulto con il piccolo di casa e vi spiego perchè:

  1. L’intestino di un bimbo di pochi mesi è ancora immaturo ed è giusto che si abitui progressivamente a certe ricette eccessivamente ricche o a cibi troppo complessi per quanto sani (es. Polenta e funghi, torte salate, pasta e fagioli, zuppa di pesce, lasagne).
  2. Per quanto sana dubito che tutta la famiglia riesca a mangiare senza sale o spezie. É giusto che la porzione del bambino sia meno condita.
  3. Se non imbocchiamo il bambino (almeno nei primi mesi) difficilmente riuscirà a saziarsi nel momento del pasto e a mio avviso questo può causare disagio perchè la fame potrebbe riproporsi in momenti in cui non siamo adeguatamente attrezzate. E poi cosa gli diamo?
  4. É giusto che il neonato mangi anche pasti liquidi o cremosi (che per mia esperienza sono ancora molto apprezzati nel primo anno di vita), ma come potrebbe il bambino essere in grado di portarsi alla bocca da solo certe consistenze? Bandire completamente il gesto dell’imboccare, considerando retrograde le comuni pappe non è del tutto saggio.
  5. Per quanto sminuzzato fine, il cibo solido non potrà mai essere masticato più di tanto (in assenza di molari) e ciò rende la digestione del pasto non ottimale per un bambino di pochi mesi.

Considerati questi aspetti, possiamo fare nostri tutti i lati positivi dell’autosvezzamento senza pregiudizi o rigidità e praticare innanzitutto l’ascolto di nostro  figlio più che seguire pedissequamente la moda del momento.

Personalmente mi sono trovata bene come mamma e come educatrice di nido praticando uno svezzamento naturale misto: ai bimbi proponevo con un cucchiaino una pappa nutrizionalmente completa, mentre davanti al bambino proponevo un piattino con del cibo prensile come broccoli, gallette, carote o grossi formati di pasta. Praticavo ugualmente i principi dell’autosvezzamento col vantaggio che il bambino  si alzava da tavola con la pancia piena di un pasto nutriente ed equilibrato. Guarda il video sul canale youtube di Youmum:

Tetta Vs Pappa

Una volta assodato che è possibile fare a meno del baby food per praticare uno buon svezzamento naturale, non resta che approfondire quele sia il modo giusto per farlo. E  conoscere i principi dell’alimentazione infantile è indispensabile al giorno d’oggi ove la confusione regna sovrana. Ognuno ha la sua idea e anche i pediatri e i nutrizionisti sono spesso in disaccordo. Carne si o carne no? E se si da quando? Il parmigiano fa bene o fa male? Gli omogenizzati sono sicuri o dannosi? Quando introdurre i cereali integrali? Per procedere con consapevolezza e serenità il mix di pareri autorevoli e fai-da-te non è sempre vincente. Per questo ho scritto un manuale “ Svezzamento naturale e autosvezzamento. Guida completa, consigli pratici e ricette per l’alimentazione del neonato e del bambino 0-12 mesi”. É il libro che avrei voluto leggere quando all’epoca cercavo supporto nella mia scelta alimentare, è un condensato di consigli pratici per evitare errori ed essere sempre sul pezzo, oltre ad essere un concentrato delle ultime linee guida per una sana e corretta alimentazione italiana (quella mediterranea). In questo libro sullo svezzament naturale ho reso chiare e sintetiche delle informazioni reperibili nei tomi medici da centinaia di pagine e ho selezionato tutte le cose più importanti da sapere per affrontare questo delicato passaggio con determinazione e serenità. I concetti da afferrare sono numerosi e non è giusto che la scarsità di tempo delle neo mamme le precluda da informazioni così importanti. Per questo la fruibilità e la velocità di lettura di questa guida sono due aspetti fondamentali: entrerete in possesso di nozioni essenziali in brevissimo tempo. L’alimentazione naturale del bambino è un cammino che questo manuale vi farà intraprendere col buon umore. Perchè so quanto possa scoraggiare sapere che per preparare un piatto equilibrato (per adulti o bambini che siano) si debba badare ad una miriade di cose: alla qualità e alla provenienza del cibo, alle sue proporzioni, alla sua varietà e così via. Non è certo pratico cucinare i cereali integrali e come proporli ai più piccini? E poi i legumi sono lunghi da cuocere, e poi le verdure verdi sono spesso amare. Tutto comprensibile. Ma la volontà di donare salute ai nostri figli (ora e in futuro) di solito fa superare i piccoli ostacoli che si presentano, basta utilizzare gli strumenti giusti. Dopotutto cucinare diversamente è solo una questioni di abitudine più che di sacrifici e nel libro troverete tante ricettine deliziose che sfateranno questo pregiudizio. Una sana alimentazione dovrebbe essere su base vegetale, che non significa diventare per forza vegani, ma piuttosto basare il proprio menù e quello della propria famiglia su cereali (possibilmente non raffinati), legumi, verdure e frutta di stagione.

Lasciando perdere le tabelle dello svezzamento e tutti gli schemi possibili, potrete concentrarvi su quello che conta davvero per uno svezzamento naturale. Ecco di seguito tutto il necessario:

  • Il seggiolone
Evitate i modelli di sedioloni antiecologici del secolo scorso ancora ahimè i best-seller nei negozi dell’infanzia (quelli tutti plastificati con un mega vassoio davanti). È giusto che il bimbo partecipi alla tavola e che si senta uno di noi: un seggiolone in legno da attaccare direttamente al tavolo sarà l’ideale.
  • Le stoviglie
Evitate la plastica, adesso in commercio ci sono delle pratiche ed infrangibili stoviglie in legno o in bamboo. Tutti materiali ecosostenibili molto più baby-friendly della plastica. Anche se a rischio rottura, vanno sempre bene anche altri materiali come l’acciaio inox, il vetro, la ceramica e la terracotta.
  • Il pentolame
Evitate padelle in teflon, alluminio, vecchie pentole o teglie bruciate ed evitate sempre la plastica. Ok a acciaio inox, vetro, ceramica e terracotta.
  • Gli strumenti adatti

Se vi fate un giro in un baby store penserete che vi manchi tutto, in realtà per svezzare un bambino non serve molto di più di quello che abbiamo già in casa. C’è solo un aggeggio che probabilmente dovrete procurarvi ovvero il passino in acciaio inox. Questo vi sarà utilissimo per passare cereali, legumi o zuppe quando sono ancora calde. Nel libro tutte le ricette dello svezzamento naturale.

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L’autrice

 

Verdiana Milia è fondatrice di YouMum, brand presente sui principali social per la diffusione della cucina naturale specialmente per la prima infanzia.  Si laurea in scienze della comunicazione, diventa mamma di due maschietti e nel 2013 fonda un’associazione culturale per famiglie. Negli anni si specializza nell’alimentazione naturale e sostenibile cucinando soprattutto per il suo nido. Attualmente tiene corsi di cucina naturale, scrive per riviste di settore ed è spesso ospite di trasmissioni radiofoniche.

L’autrice

 

Verdiana Milia è fondatrice di YouMum, brand presente sui principali social per la diffusione della cucina naturale specialmente per la prima infanzia.  Si laurea in scienze della comunicazione, diventa mamma di due maschietti e nel 2013 fonda un’associazione culturale per famiglie. Negli anni si specializza nell’alimentazione naturale e sostenibile cucinando soprattutto per il suo nido. Attualmente tiene corsi di cucina naturale, scrive per riviste di settore ed è spesso ospite di trasmissioni radiofoniche.

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